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Loreto via Idro

Campo rom in via Idro, i residenti vogliono maggiori garanzie

Il progetto elaborato dalla giunta Moratti per contrastare l'illegalità a Milano, vede coinvolto anche il campo Rom di Via Idro. L'area dovrebbe essere impiegata come base di sosta temporanea ma i cittadini vogliono maggiori garanzie

Sono circa 150.000 i Rom presenti in Italia, di cui solo una minoranza conduce una vita ancora nomade. In Lombardia, su 13.000 cittadini di etnia sinti censiti, circa l'80% è attualmente "parcheggiato" presso un campo provvisorio. Delle oltre 2.000 famiglie rom di Milano (dati della Prefettura a fine 2008), 1.500 sono collocate in 11 aree autorizzate dal Comune.

Tra queste, quella di Via Idro, terra di confine che collega le ultime propaggini di Viale Padova con la cintura di comuni che si distribuiscono lungo il Naviglio Martesana e il fiume Lambro. Istituito nel 1989 per trasferire 24 famiglie di via Agordat accampate in condizioni precarie, il campo provvisorio insiste su un'area di circa 40.000 m2 in cui oggi vivono circa 150 ospiti.

Questi, in sintesi, i numeri e i dati che Fortunato Deleidi, coordinatore del circolo Pd Bruno Venturini di Zona 2, ci presenta per riepilogare la nascita e la storia del campo rom di Via Idro 62, periferia nord est di Milano. Un'area che, secondo le disposizioni fissate dalla giunta Moratti nel progetto di contrasto all'illegalità, a breve verrebbe destinata ad un uso temporale molto più limitato.

Tuttavia, secondo i comitati di zona che si stanno mobilitando sulla ristrutturazione del campo di Via Idro, il progetto, che mira ad una generica bonifica delle aree, messa in sicurezza, rimozione di strutture definite illegali, sarebbe ancora nebuloso e poco chiaro. Si parla di una permanenza degli ospiti non più lunga di tre mesi, con continua rotazione fino ad un numero di 600 nomadi nel campo.

Spiega Deleidi, in merito alla presa di posizione assunta da alcune associazioni operanti sul territorio: "Nella prospettiva di superamento del campo nomadi così come concepito, è necessario avviare una riqualifica che sia rispettosa delle esigenze di sicurezza dei cittadini ma anche delle necessità di servizi adeguati per i residenti del campo, affinché la loro permanenza sia vivibile e ben regolata".

Il tutto attraverso un percorso che favorisca l'integrazione dei rom nella comunità, dall'indirizzamento verso soluzioni abitative stabili, all'inserimento dei bambini nel tessuto scolastico, alla formazione professionale. Non è realizzando un campo di transito che sarà possibile fermare l'illegalità: una sosta "regolamentata" potrebbe anzi innescare problematiche maggiori, non essendoci il tempo ed i presupposti necessari per potersi amalgamare nel tessuto sociale.

Tutte queste indicazioni sono state inserite, lo scorso 27 aprile, nella mozione urgente che il CdZ2 ha presentato direttamente all'Assessorato ai Servizi Sociali. Ma finora non si è ricevuta nessuna risposta dai diretti interessati.

Nonostante i silenzi di Palazzo Marino, Mario Villa, capogruppo Pd in Consiglio di Zona 2 non ha perso coraggio ed anzi ha chiesto l'istituzione di un tavolo di confronto, con i partiti dell'opposizione e le associazioni collegate a quello Rom di Milano, per individuare soluzioni alternative alla proposta del Comune. Ma la soluzione si troverà?

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