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Stazione Centrale Stazione Centrale / Piazza Duca D'Aosta

Tornelli in Centrale: se basta un biglietto urbano Atm per "eludere" il "problema"

L'introduzione dei tornelli vicino all'area treni, a cui accedere solo col biglietto, motivata da questioni di sicurezza: ma vari sono i punti interrogativi dell'iniziativa

Sono orami alcuni mesi che sono stati introdotti i tornelli alla stazione centrale di Milano. La dirigenza di Grandistazioni, i gestori delle principali stazioni ferroviarie, ritiene che si tratti di una scelta giusta. Per accedere all'area treni di Milano Centrale, Roma Termini e Firenze Santa Maria Novella occorre mostrare un biglietto ferroviario valido ai controllori.

Motivo, limitare al massimo i furti e i borseggi. Nobile intenzione che ha accontentato i paladini della legalità ad ogni costo, quelli che ambiscono alla militarizzazione del territorio, ma che non sembra avere i crismi della soluzione finale. E - per di più - ha generato problemi che prima non esistevano. Trascurando la perdita di poesia (il bacio che non finisce, le lacrime ai fazzoletti).

Per prima cosa, nessuno vieta a un malintenzionato di "agire" in qualunque altro punto della stazione ferroviaria. E la stazione centrale è grande, enorme. Di luoghi pieni di viaggiatori e accompagnatori da derubare ce n'è a bizzeffe. Il tornello a cinque metri dai binari impedisce (o, come vedremo, limita) l'azione in quella zona, quindi a ridosso dei convogli, ma non altrove.

Seconda cosa: i controlli ai tornelli sono spesso superficiali. La scrittrice Andrea Marcolongo, su Gli Stati Generali, ha raccontato la sua esperienza concreta, partendo da una posizione tutt'altro che critica sulla scelta dei "gate" simili a quelli degli aeroporti. «A Milano (..) mi è venuta la curiosità di tentare un esperimento: sono tranquillamente passata sventolando un iPhone. Però spento. Schermo nero. E mi hanno risposto anche buon viaggio», scrive. Facile rispondere che una giovane donna dall'aspetto elegante, con iPhone in mano, non desta preoccupazione ai controllori. Di fatto, come la stessa scrittrice sottolinea, se controllo dev'essere, deve valere per tutti. Proprio come negli aeroporti.

Nuove porte di vetro in Centrale (foto Rovellini/MilanoToday)

Terza cosa: i controlli ai tornelli mettono in difficoltà anziani, disabili, donne con bambini. Categorie deboli, persone che di solito vengono accompagnate al treno o venute a prendere per aiutarle a salire, a scendere, a caricare o scaricare i bagagli. Ora non è più possibile. Tua madre di 90 anni arriva dal sud con tre valigie? Non potrai andare ad aiutarla sul treno, devi aspettarla dietro i tornelli. Come lei raggiungerà i tornelli, non è affare di Grandistazioni. O forse sì: perché i facchini, presumibilmente, ora lavorano di più. Abusivi compresi?

La risposta a quest'ultima obiezione? «Compra un biglietto urbano di Atm, che puoi usare per andare dalla Centrale a Lambrate, e potrai raggiungere i binari e aiutare tuo padre anziano, tua moglie con i figli, tuo fratello disabile». Così dice il senso comune. Già, ma non vi sembra che ci sia qualcosa che non funziona? Esatto: se basta avere un biglietto da 1,50 euro per accedere comunque all'area treni, come può il gate essere un deterrente per i malviventi che poi, "dall'attività", si procureranno ben più denaro?

I gate sono stati introdotti a maggio 2015, dopo una prima sperimentazione da febbraio. Siamo ad ottobre: è probabile che prima o poi si tireranno le "somme" e si vedrà se questo tipo di controlli è servito a qualcosa oppure no.

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